Non è comune sopravvivere nelle spietate e selvagge terre Occidentali, ancor meno se sprovvisti di una Vocazione, ma Nesha e A'zhar sono l'eccezione. Nimbei Rahadi, figli delle Nubi, è così che li chiamano i saggi delle tribù d'estremo occidente che ebbero il coraggio di domandare al Vento quale fosse la loro discendenza, senza trovarne alcuna.

Fratelli senza madre né padre, cresciuti in grembo alle sacre terre degli antenati, temprati dal deserto di Nam'sahada e mossi da ideali che sfuggono alla comprensione del comune osservatore. Capita di scorgerli, di tanto in tanto, fra le trame del vento o alle porte di avamposti e rovine, sempre in cerca di qualcosa o qualcuno, mossi -si dice- da un volere più grande.
 
A'zhar non ha mai perso di vista sua sorella, né fra le cocenti dune del deserto, né quando il Corvo si presentò a lui in miraggio.
- Prendi la mia vita, non la sua. - dichiarò durante il più vicino incontro con la morte, ma il nero sussurratore aveva altri progetti. Vide coi suoi stessi occhi le Nubi del Peccato aprirsi in un varco, un tetro spiraglio di salvezza da quella che aveva ormai accettato essere la fine.
- Sarà il nostro segreto. - balenò questo sussurro nei suoi ricordi, un pensiero estraneo pronunciato con la sua stessa voce.

Quando aprì gli occhi, Nesha aveva spento il falò in fretta e furia.
- Andiamo, le Nubi si avvicinano. -
A'zhar posò lo sguardo sulla sua ultima creazione: un pesante spadone ricurvo intagliato dalla carcassa di un Corvide colossale.
- Se non ti piace puoi lasciarlo lì. - tagliò corto Nesha - L'ho intagliato per te, ma la carcassa sembra aver conosciuto il tocco delle Nubi. -
- È perfetta. - A'zhar impugnò con determinazione Ah'run Lakik, giurando al Corvo di concedersi come suo Emissario.